La TV Digitale Terrestre è entrata nelle nostre case senza bussare e tutti, anche coloro che non sanno di tecnica, accendendo il televisore il giorno dopo il cosiddetto “switch off” hanno dovuto fare i conti con questa realtà. Ma perché siamo passati dalla televisione analogica, tradizionale, a quella digitale? Questo volume cercherà di dare la spiegazione, e di farvi conoscere la tecnologia del Digitale Terrestre senza, tuttavia, approfondire la trattazione. Il Digitale Terrestre nasce dalla televisione digitale da satellite (è infatti anch’esso un DVB), con la quale condivide la tecnologia di base, a parte il tipo di modulazione della portante radio e le frequenze di lavoro. Le ragioni per cui si è passati al Digitale Terrestre sono sostanzialmente tre: aumentare la quantità di canali televisivi disponibili all’utenza, migliorare la qualità della visualizzazione e, soprattutto, consentire un riordino delle frequenze nazionali mirato a concedere ancora più spazio alla telefonia cellulare. Infatti, siccome dove prima c’era un canale televisivo analogico oggi possono starci 6 canali TV più eventuali emittenti radiofoniche, è stato possibile comprimere la banda UHF togliendole canali che sono stati destinati alla nascente telefonia mobile LTE (Long Term Evolution) o 4G, che dir si voglia. Un riordino delle frequenze che, è inutile negarlo, aumenta i canali disponibili ma sicuramente a vantaggio dello Stato, che così può vendere più concessioni e intascare la contropartita in denaro. A parte queste considerazioni, il volume spiega i fondamenti della TV analogica, utili a comprendere come funziona il Digitale Terrestre e poi la tecnica di base di quest’ultimo, con un breve approfondimento sulla compressione dei dati MPEG-2, che è il cuore della TV digitale e che ha permesso di trasmettere e ricevere contenuti in alta qualità, occupando porzioni minime di banda RF. Chi non vuole approfondire questa materia ma intende solo sapere cosa accade ad un impianto per la ricezione della TV analogica col passaggio al Digitale Terrestre, potrà saltare “a piedi pari” i primi tre capitoli e leggere gli ultimi due, dove verranno date alcune indicazioni utili a valutare la compatibilità dell’impianto al DTT, l’opportunità di eseguire interventi di adeguamento, nonché alcune nozioni utili a chi vuole mettere in piedi un impianto ex-novo. Resta inteso che questo non è un manuale da antennisti e che quindi per gli approfondimenti del caso sarà opportuno consultare testi specializzati.
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